DA TELESCOPI LE PRIME FOTO DI PIANETI EXTRASOLARI
22:05ROMA - Sono 'figli' di giovani e luminose stelle della Via Lattea i pianeti esterni al Sistema Solare fotografati per la prima volta al mondo. Si tratta di un passo notevole poiché gli oltre 200 pianeti extrasolari individuati finora non sono mai stati visti ma solo dedotti da tecniche indirette, che misurano, per esempio, le influenze gravitazionali del pianeta sulla velocità della stella madre.
Le immagini pubblicate su Science Express riguardano quattro pianeti simili ai giganti gassosi, Giove, Saturno e Nettuno anche se molto più grandi. Il più vicino alla Terra, a soli 25 anni luce, si chiama Fomalhaut b e ruota attorno alla stella più brillante della costellazione del Pesce Australe, Fomalhaut, formatasi circa 200 milioni di anni fa (il Sole in confronto è una 'vecchia signora' di 4,5 miliardi di anni).
Il pianeta è stato fotografato dal telescopio spaziale Hubble della Nasa dopo otto anni di caccia serrata con migliaia di foto alla stella madre fatte dal gruppo guidato da Paul Kalas dell'università della California a Berkeley. Secondo i calcoli, Fomalhaut b avrebbe una massa compresa fra 0,3 e 2 masse di Giove e orbiterebbe a una distanza dalla stella madre pari a quattro volte quella che separa Nettuno dal Sole.
La distanza è così elevata che, secondo i ricercatori, nelle regioni più vicine alla stella, quelle 'abitabili', ci sarebbe spazio per pianeti simili alla Terra in grado di ospitare l'acqua. Ma per fotografarli, sottolinea Kalas, "dobbiamo aspettare il nuovo e potente telescopio spaziale James Webb". Circondato da un debole sistema di anelli, Fomalhaut b, secondo i ricercatori ci mostra come erano Saturno e Giove 'da piccoli'.
Gli altri tre pianeti appartengono a una famiglia planetaria a 130 anni luce da noi fotografata con i telescopi Keck e Gemini Nord, posti nelle Hawai, da un gruppo coordinato dal Consiglio delle Ricerche canadese, dai laboratori Nazionali di Lawerence Livermore e dall'università di Berkeley. La stella che ospita i tre mondi extrasolari è molto giovane ed è visibile ad occhio nudo nella costellazione di Pegaso.
La massa dei tre pianeti si aggira fra sette e dieci volte quella di Giove. Le loro distanze dalla stella, simili a quelli dei nostri giganti gassosi rispetto al Sole e la progressività delle orbite, con il più piccolo in una regione più interna e i maggiori all'esterno, confermerebbe, secondo gli scienziati i modelli secondo cui la formazione dei pianeti è dovuta all'accrescimento delle particelle del disco di gas e polveri che circonda le giovani stelle.
ansa.it
Le immagini pubblicate su Science Express riguardano quattro pianeti simili ai giganti gassosi, Giove, Saturno e Nettuno anche se molto più grandi. Il più vicino alla Terra, a soli 25 anni luce, si chiama Fomalhaut b e ruota attorno alla stella più brillante della costellazione del Pesce Australe, Fomalhaut, formatasi circa 200 milioni di anni fa (il Sole in confronto è una 'vecchia signora' di 4,5 miliardi di anni).
Il pianeta è stato fotografato dal telescopio spaziale Hubble della Nasa dopo otto anni di caccia serrata con migliaia di foto alla stella madre fatte dal gruppo guidato da Paul Kalas dell'università della California a Berkeley. Secondo i calcoli, Fomalhaut b avrebbe una massa compresa fra 0,3 e 2 masse di Giove e orbiterebbe a una distanza dalla stella madre pari a quattro volte quella che separa Nettuno dal Sole.
La distanza è così elevata che, secondo i ricercatori, nelle regioni più vicine alla stella, quelle 'abitabili', ci sarebbe spazio per pianeti simili alla Terra in grado di ospitare l'acqua. Ma per fotografarli, sottolinea Kalas, "dobbiamo aspettare il nuovo e potente telescopio spaziale James Webb". Circondato da un debole sistema di anelli, Fomalhaut b, secondo i ricercatori ci mostra come erano Saturno e Giove 'da piccoli'.
Gli altri tre pianeti appartengono a una famiglia planetaria a 130 anni luce da noi fotografata con i telescopi Keck e Gemini Nord, posti nelle Hawai, da un gruppo coordinato dal Consiglio delle Ricerche canadese, dai laboratori Nazionali di Lawerence Livermore e dall'università di Berkeley. La stella che ospita i tre mondi extrasolari è molto giovane ed è visibile ad occhio nudo nella costellazione di Pegaso.
La massa dei tre pianeti si aggira fra sette e dieci volte quella di Giove. Le loro distanze dalla stella, simili a quelli dei nostri giganti gassosi rispetto al Sole e la progressività delle orbite, con il più piccolo in una regione più interna e i maggiori all'esterno, confermerebbe, secondo gli scienziati i modelli secondo cui la formazione dei pianeti è dovuta all'accrescimento delle particelle del disco di gas e polveri che circonda le giovani stelle.
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