Einstein Telescope: è una delle imprese più difficili e affascinanti che fisici e astrofisica abbiano davanti
07:08L'Einstein Telescope avrà una sensibilità cento volte maggiore rispetto agli attuali rilevatori
E’ una delle imprese più difficili e affascinanti che fisici e astrofisica abbiano davanti e nonostante la mancanza di successi insistono per arrivare ad un risultato. Stiamo parlando della caccia alle onde gravitazionali per le quali gli scienziati italiani hanno una tradizione che risale a Edoardo Amaldi e all’Università di Roma dove da tempo si lavora su questo fronte. Inoltre, vicino a Pisa è in attività l’antenna Virgo nato da un progetto dell’Istituto nazionale di fisica nucleare assieme agli scienziati francesi. E questa stazione condivide il lavoro con i tre interferometri americani LIGO, ampliando le possibilità di intercettazione.
IN EUROPA - In Europa è in funziona anche un altro osservatorio, GEO600, nato da una collaborazione tra tedeschi e britannici. Ma nonostante i grandi sforzi internazionali finora le famose onde gravitazionali sono sfuggite alla cattura. Queste sono previste dalla teoria generale della relatività e dovrebbero essere emesse da un corpo materiale accelerato, un po’ come una carica elettrica accelerata lancia onde elettromagnetiche. Tali onde, poi, dovrebbero diffondersi nello spazio attraverso un gravitone. Finora né le onde né il gravitone sono stati rilevati con sicurezza.
EINSTEIN TELESCOPE - Per affrontare con mezzi più adeguati la sfida il settimo programma quadro di ricerca dell’Unione Europea ha assegnato tre milioni di euro per uno studio preliminare dell’Einstein Telescope, cioè un osservatorio europeo specificatamente dedicato alla ricerca delle onde gravitazionali. «E’ la terza generazione di questo tipo di osservatori ed avrà una sensibilità cento volte maggiore rispetto agli attuali rilevatori», nota Michele Punturo, coordinatore scientifico del nuovo progetto. «Oltre a consentire la verifica della teoria della relatività generale – aggiunge Harald Luck, vicecoordinatore scientifico dello strumento – l’osservazione delle fantomatiche onde permetterebbero per la prima volta di dare uno sguardo alla prima infanzia dell’Universo»
E’ una delle imprese più difficili e affascinanti che fisici e astrofisica abbiano davanti e nonostante la mancanza di successi insistono per arrivare ad un risultato. Stiamo parlando della caccia alle onde gravitazionali per le quali gli scienziati italiani hanno una tradizione che risale a Edoardo Amaldi e all’Università di Roma dove da tempo si lavora su questo fronte. Inoltre, vicino a Pisa è in attività l’antenna Virgo nato da un progetto dell’Istituto nazionale di fisica nucleare assieme agli scienziati francesi. E questa stazione condivide il lavoro con i tre interferometri americani LIGO, ampliando le possibilità di intercettazione.
IN EUROPA - In Europa è in funziona anche un altro osservatorio, GEO600, nato da una collaborazione tra tedeschi e britannici. Ma nonostante i grandi sforzi internazionali finora le famose onde gravitazionali sono sfuggite alla cattura. Queste sono previste dalla teoria generale della relatività e dovrebbero essere emesse da un corpo materiale accelerato, un po’ come una carica elettrica accelerata lancia onde elettromagnetiche. Tali onde, poi, dovrebbero diffondersi nello spazio attraverso un gravitone. Finora né le onde né il gravitone sono stati rilevati con sicurezza.
EINSTEIN TELESCOPE - Per affrontare con mezzi più adeguati la sfida il settimo programma quadro di ricerca dell’Unione Europea ha assegnato tre milioni di euro per uno studio preliminare dell’Einstein Telescope, cioè un osservatorio europeo specificatamente dedicato alla ricerca delle onde gravitazionali. «E’ la terza generazione di questo tipo di osservatori ed avrà una sensibilità cento volte maggiore rispetto agli attuali rilevatori», nota Michele Punturo, coordinatore scientifico del nuovo progetto. «Oltre a consentire la verifica della teoria della relatività generale – aggiunge Harald Luck, vicecoordinatore scientifico dello strumento – l’osservazione delle fantomatiche onde permetterebbero per la prima volta di dare uno sguardo alla prima infanzia dell’Universo»
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