In una delle località più remote, più fredde e più inaccessibili dell’Antartide orientale è sepolto un enigma

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Alla ricerca delle montagne sommerse dal ghiaccio in Antartide


In una delle località più remote, più fredde e più inaccessibili dell’Antartide orientale è sepolto un enigma. Si tratta di una catena di monti, vasta quanto le Alpi, interamente nascosta sotto una calotta di ghiaccio dello spessore di 4 chilometri. In superficie non si vede nulla, solo una sconfinata distesa di neve che appare piatta, anche se siamo a 4.100 metri di altezza. Sotto ci sono montagne che si estendono per 1.200 km, con picchi di oltre 3.000 metri.

SCOPERTI PER CASO NEL 1958 - Si chiamano monti Gamburtsev e sono stati scoperti per caso nel 1958 da ricercatori sovietici che compivano indagini sismiche alla superficie della calotta, per scoprire lo spessore del ghiaccio. Da allora non se ne sa molto di più, poiché nessuno li ha mai visti con i propri occhi né ha potuto analizzare il benché minimo campione di rocce. La loro silouhette misteriosa è stata osservata da strumenti - radar-altimetri, laser, magnetometri e gravimetri - trasportati da aeroplani. Che origine hanno? mistero. Che età hanno? mistero. Come si è formata la calotta che li racchiude? Mistero. Per risolvere l’enigma è stata organizzata una spedizione internazionale che partirà fra pochi giorni per l’Antartide. E’ stata battezzata AGAP, da Antarctic Gamburtsev Province: è il fiore all’occhiello del quarto Anno polare internazionale in corso. Di AGAP fanno parte ricercatori e tecnici di vari paesi: Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Cina, Australia e Giappone.


IL RICERCATORE ITALIANO: «E' COME ANDARE SU MARTE» - C’è anche un italiano, il geofisico genovese Fausto Ferraccioli, dal 2002 responsabile del team di Aerogeofisica del British Antarctic Survey (il programma polare inglese). «E’ una sfida eccezionale, è come andare su Marte» racconta Ferraccioli, 38 anni, che ha già organizzato sette spedizioni per studiare la topografia sommersa dell’Antartide, una anche con il Programma nazionale di ricerche in Antartide italiano (PNRA). Ferraccioli sottolinea l’importanza della collaborazione internazionale in questa spedizione, sostenuta con grandi mezzi finanziari e logistici soprattutto dagli Stati Uniti (tramite la National Science Foundation, NSF) e dalla Gran Bretagna. I due paesi saranno gli unici a disporre di aeroplani (due Twin Otter) equipaggiati con strumenti sofisticati che permetteranno di studiare la natura dei monti sommersi. «E’ il progetto più ambizioso e più impegnativo finora organizzato dal British Antarctic Survey », dice Ferraccioli, precisando che l’area da esplorare è vasta 6,5 volte l’Italia, in una delle località più proibitive dell’Antartide (temperature bassissime e scarsa concentrazione di ossigeno per via dell’altezza).

OBIETTIVI E LOGISTICA - Quali sono i principali obiettivi della spedizione? E quali sono gli aspetti logistici ? «Gli obiettivi principali sono quattro, spiega Fausto Ferraccioli. Riuscire a capire come una catena di monti si sia formata in mezzo a un continente; misurare lo spessore della calotta per trovare la località in cui lanciare un progetto di perforazione che permetterà di estrarre il ghiaccio più « vecchio » della Terra, per studi paleo-climatici; studiare l’origine dei laghi subglaciali che si trovano intorno ai monti Gamburtsev e infine capire come i i laghi subglaciali influenzano lo scorrimento del ghiaccio». La geologia sommersa dell’Antartide ha un’importanza cruciale nella formazione e nella dinamica delle calotte di ghiaccio: i monti Gamburtsev sarebbero le cime sulle quali ha iniziato a formarsi l’immensa calotta di ghiaccio che oggi ricopre il 98% del continente, svolgendo un ruolo fondamentale nella regolazione del clima planetario. L’organizzazione logistica della spedizione AGAP è una sfida colossale. In primo luogo perché nella zona da esplorare non si trovano basi né depositi di caburante. I membri della spedizione vivranno in due diversi campi tendati (AGAP sud e AGAP nord), a temperature che sfiorano i -50°C. Per compiere gli studi aero-geofisici il team americano della NSF e gli inglesi del BAS hanno suddiviso l’area da esplorare: gli americani (diretti da Robin Bell e Michael Studinger del laboratorio Lamont-Doherty) studieranno un’area più vicina al Polo sud geografico, dove è situata la base USA Amundsen-Scott ; gli inglesi voleranno a partire dal campo AGAP nord. E il carburante per gli aerei? Verrà «consegnato a domicilio»: agli americani tramite una carovana di trattori cingolati che partirà dalla base Amundsen-Scott, mentre gli inglesi lo riceveranno….dal cielo. E’ infatti previsto che 450 fusti di carburante siano paracadutati nella zona tramite 4 diversi voli di C-17, enormi aerei militari USA, utilizzati durante le campagne scientifiche per trasportare personale e materiale dalla Nuova Zelanda alla stazione McMurdo in Antartide. Cinesi, australiani e giapponesi collaboreranno a importanti aspetti logistici. Infine, la spedizione comprende anche un team di ricercatori americani di due diverse università (Washington e Penn State) che posizionerà 25 sismometri nell’area dei monti Gamburtsev. Ritorno previsto della spedizione : gennaio 2009. Giusto in tempo per concludere in bellezza il quarto anno polare internazionale, al quale il progetto AGAP poterà il più bel regalo : il mistero svelato dei monti Gamburtsev.

corriere.it


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