Intanto alcuni blogger di danno un codice etico
07:29La sottile linea rossa che ancora distingue in Italia il giornalismo professionale e chi fa informazione in modo “spontaneo” si va facendo, graziaddio, sempre più porosa. Due interessanti segnali in questo senso sono emersi nel convegno “Giornalismo on line questo sconosciuto” promosso da LSDI ieri a Roma (qui la registrazione video), cui non ho potuto purtroppo partecipare di persona.
Il primo viene dal mondo del giornalismo “spontaneo”. Francesco Magnocavallo ha annunciato l’adozione di un codice etico per Blogo.it , piattaforma di aggregazione di quelli che lui chiama “blogger professionali”, o “magazine” dai contenuti tematici in forma di blog. Il codice, a quanto mi sembra, non è stato ancora pubblicato, ma Vittorio Pasteris ne ha pubblicato la premessa. Interessante la cornice concettuale che ispira l’esercizio:
L’art. 21 della nostra Costituzione regolamenta il diritto di ogni cittadino della Repubblica Italiana a raccontare un avvenimento o un evento di pubblico interesse, anche se non iscritto agli albi degli Ordini dei Giornalisti.
Però, il diritto di informare non deve ledere il diritto alla privacy proprio di ognuno di noi. Ecco i punti principali da rispettare:· Tutela della personalità altrui
· Obbligo inderogabile del rispetto della verità sostanziale dei fatti
· Rispetto degli ideali della lealtà e della buona fede
· Obbligo di rettificare notizie inesatte e a riparare eventuali errori
· Rispetto del segreto professionale sulle fonti delle notizie
Il secondo viene dall’altra parte del campo delimitato dalla “linea rossa”, il segretario nazionale della Federazione nazionale della stampa (sindacato dei giornalisti) Franco Siddi. Il suo è stato un intervento complessivamente più preoccupato della crisi e delle problematiche sindacali delle tradizionali redazioni “strutturate”, ma con interessanti spunti di apertura verso il mondo dell’informazione non strutturata. In particolare, riprendendo un accenno di Magnocavallo al desiderio di molti blogger di Blogo.it di iscriversi all’Ordine dei giornalisti come pubblicisti, Siddi ha offerto tutto l’appoggio del sindacato ma - specialmente - è sembrato ipotizzare un superamento dell’attuale anacronistica e folle organizzazione ordinistica pronunciando frasi tipo:
“Dobbiamo andare in un passaggio successivo, cioè cercare di verificare tutte le condizioni di sviluppo e dove ci sono condizioni di sviluppo diventare giornalisti tout court, io passerei tranquillamente a un superamento della distinzione pubblicisti-professionisti”.
“Si è giornalisti a prescindere da dove si opera”.
Certo l’impianto è ancora vecchio (stiamo ancora parlando di Ordine!), ma i concetti mi sembrano nuovi.
La registrazione audio dell’intervento di Siddi : webpage
kataweb.it
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