LE MALDIVE RISCHIANO DI SPARIRE?
08:21
LONDRA - Le Maldive sono intenzionate a creare un fondo per potersi così comprare una nuova patria nel caso in cui l'oceano Indiano dovesse per davvero sommergere l'arcipelago, causa riscaldamento globale, come indicano molte previsioni. Lo ha dichiarato al Guardian il nuovo presidente Mohamed Nasheed.
Le Maldive, con la loro altezza media sul livello del mare di 1,5 metri, potrebbero essere infatti tra le prime vittime di quel cambiamento climatico che rischia di innalzare i mari in tutto il mondo.
"Non vogliamo lasciare le Maldive", ha detto il neo-presidente Nasheed, "ma non vogliamo nemmeno diventare profughi e vivere per decenni nelle tende". "Non possiamo fare niente, da soli, per fermare il cambiamento climatico - ha detto Nasheed - e così non ci resta che comprare terra da qualche altra parte. E' una sorta di assicurazione contro il peggior scenario possibile". Il nuovo presidente delle Maldive, che ufficialmente prenderà il controllo della nazione domani, ha rivelato che molti paesi si sono dimostrati "ricettivi".
Per costituire i capitali necessari, Nasheed darà vita a un fondo 'sovrano' simile a quelli messi in piedi dai paesi ricchi di petrolio del Medio Oriente con i guadagni in surplus del greggio. Queste nazioni hanno ammassato ingenti quantità di denaro pronto-uso da investire nelle più disparate attività. "Il Kuwait investirà in aziende", ha spiegato Nasheed, "mentre noi spenderemo in terra. Dopo tutto, gli israeliani hanno iniziato comprando terre in Palestina". Nel caso delle Maldive, ovviamente, il surplus necessario ad alimentare il fondo sovrano verrà prodotto dal turismo, cuore della ricchezza dell'arcipelago-nazione. Con un reddito pro capite annuo di 4.600 dollari annui le Maldive sono diventate il paese più ricco dell'Asia meridionale.
Oltre 467mila turisti visitano ogni anno le bianche spiagge degli atolli maldiviani, a fronte di una popolazione totale di 380mila abitanti. Eppure, una minima parte dei dollari spesi dai turisti è sino ad oggi finita nelle tasche dei maldiviani. Il trentennale regno dell'ex presidente-sultano Gayoom, infatti, ha lasciato una pesante eredità al nuovo presidente: una ristretta classe di alti dignitari si è arricchita alle spese dello stato e dei suoi cittadini, tralasciando la gestione della cosa pubblica, che ora dovrà comprendere anche la creazione di questo fondo sovrano.
Un campanello di allarme per le Maldive è suonato proprio questa settimana, a dimostrazione che il rischio di finire sott'acqua non è così remoto: un gruppo di 40 famiglie dell'isoletta di Ontong Java nello stato-arcipelago delle Isole Salomone, nel Pacifico, ha dovuto sfollare per sfuggire alle acque. Parte della loro isola, nella provincia di Malaita, è infatti già sommersa e inabitabile. Ed entro il 2015, secondo le previsioni, l'isola stessa ed alcune di quelle vicine spariranno del tutto nell'Oceano. Il governo di Papua Nuova Guinea ha accettato di accogliere i profughi nell'isola di Bougainville.
ansa.it
Le Maldive, con la loro altezza media sul livello del mare di 1,5 metri, potrebbero essere infatti tra le prime vittime di quel cambiamento climatico che rischia di innalzare i mari in tutto il mondo.
"Non vogliamo lasciare le Maldive", ha detto il neo-presidente Nasheed, "ma non vogliamo nemmeno diventare profughi e vivere per decenni nelle tende". "Non possiamo fare niente, da soli, per fermare il cambiamento climatico - ha detto Nasheed - e così non ci resta che comprare terra da qualche altra parte. E' una sorta di assicurazione contro il peggior scenario possibile". Il nuovo presidente delle Maldive, che ufficialmente prenderà il controllo della nazione domani, ha rivelato che molti paesi si sono dimostrati "ricettivi".
Per costituire i capitali necessari, Nasheed darà vita a un fondo 'sovrano' simile a quelli messi in piedi dai paesi ricchi di petrolio del Medio Oriente con i guadagni in surplus del greggio. Queste nazioni hanno ammassato ingenti quantità di denaro pronto-uso da investire nelle più disparate attività. "Il Kuwait investirà in aziende", ha spiegato Nasheed, "mentre noi spenderemo in terra. Dopo tutto, gli israeliani hanno iniziato comprando terre in Palestina". Nel caso delle Maldive, ovviamente, il surplus necessario ad alimentare il fondo sovrano verrà prodotto dal turismo, cuore della ricchezza dell'arcipelago-nazione. Con un reddito pro capite annuo di 4.600 dollari annui le Maldive sono diventate il paese più ricco dell'Asia meridionale.
Oltre 467mila turisti visitano ogni anno le bianche spiagge degli atolli maldiviani, a fronte di una popolazione totale di 380mila abitanti. Eppure, una minima parte dei dollari spesi dai turisti è sino ad oggi finita nelle tasche dei maldiviani. Il trentennale regno dell'ex presidente-sultano Gayoom, infatti, ha lasciato una pesante eredità al nuovo presidente: una ristretta classe di alti dignitari si è arricchita alle spese dello stato e dei suoi cittadini, tralasciando la gestione della cosa pubblica, che ora dovrà comprendere anche la creazione di questo fondo sovrano.
Un campanello di allarme per le Maldive è suonato proprio questa settimana, a dimostrazione che il rischio di finire sott'acqua non è così remoto: un gruppo di 40 famiglie dell'isoletta di Ontong Java nello stato-arcipelago delle Isole Salomone, nel Pacifico, ha dovuto sfollare per sfuggire alle acque. Parte della loro isola, nella provincia di Malaita, è infatti già sommersa e inabitabile. Ed entro il 2015, secondo le previsioni, l'isola stessa ed alcune di quelle vicine spariranno del tutto nell'Oceano. Il governo di Papua Nuova Guinea ha accettato di accogliere i profughi nell'isola di Bougainville.
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