Nuovo rischio per "Patrimonio dell'Umanità": Parco delle cinque terre

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Il Parco Nazionale delle Cinque Terre a rischio

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Le “Cinque Terre” - dal 1996 riconosciute dall’Unesco come “patrimonio dell’umanità” - sono un ambiente unico nel loro genere, fatte di mare e di rocce, di boschi e di muretti, di villaggi e di sentieri. Si tratta di un equilibrio idro-geologico, umano ed economico assai fragile, che richiede una tutela a 360 gradi. Ma questo precario equilibrio viene messo spesso in pericolo da interventi edilizi di ampia portata. Nonostante gli strettissimi vincoli paesaggistici e le severe norme a difesa dell’ambiente, la Srl “Marina Europa” ha ottenuto il permesso di costruire tra Manarola e Corniglia un residence di 42 moduli abitativi, che verrebbe a interrompere il sentiero azzurro che si dipana lungo i cinque paesi. Il nuovo insediamento, a pochi metri dal mare, si estenderebbe su una lunghezza di circa 250 metri, avrebbe un volume di 6.000 metri cubi e una capienza di oltre 170 posti letto.

La nuova struttura sorgerebbe sul sito del vecchio tracciato ferroviario del 1874 (dove ci sono manufatti in pietra tipici dell’architettura industriale del XIX secolo), lasciato libero dalla linea ferroviaria, raddoppiata e spostata più in alto. Nel 1963, le F.S. dettero quindi in affitto l’area dismessa ad una società locale che costruì abusivamente il “Villaggio Marino Europa”. Si trattava di un insediamento di bungalow a poco costo, attivo sino al 1999. Nel 2003 l’area venne ceduta dalle ferrovie alla Srl “Marina Europa”, per l’irrisoria somma di Euro 195.000, senza che il Parco Nazionale esercitasse il diritto di prelazione. Oggi le baracche, costruite con eternit e materiali nocivi, sono abbandonate e in parte bruciate.

Il progetto è stato approvato dalla Giunta Regionale della Liguria il 7 agosto 2007 con la resistenza di molti, fra cittadini e associazioni. Un esposto al TAR della Liguria, ad opera dei V.A.S. (Verdi Ambiente e Società), ha dunque sortito buon esito. Il 7 maggio scorso una sentenza ha dato ragione ai richiedenti. Fra le motivazioni si segnala il fatto che non è possibile sanare un abuso pregresso con la costruzione di un nuovo edificio. Contro tale sentenza si sono appellati al Consiglio di Stato il Comune di Riomaggiore, la società acquirente e sorprendentemente il Parco Nazionale delle Cinque Terre, ente attivo dal 1999 che dovrebbe avere come primario obiettivo la tutela e la preservazione del territorio.

È palese che l’edificazione di un eco-mostro, che di fatto realizza la “sesta terra”, non possa essere identificato con un “risanamento”, motivazione per cui era stato approvato il nuovo insediamento. "A nostro parere - scrivono comitati e cittadini che si oppongono al progetto - l’ente Parco non dovrebbe favorire cementificazioni ex-novo, ma piuttosto prevedere come risanamento la realizzazione di un’area verde attrezzata ad uso pubblico, il ripristino del muraglione verso mare, la messa in sicurezza di una zona potenzialmente franosa e il ripascimento della spiaggia. Se il progetto andasse in porto verrebbe distrutta irreparabilmente una delle zone più belle al mondo, con un declassamento dell’intera area protetta delle Cinque Terre. La pianificazione della nuova costruzione – sostenuta dal Parco - contrasta tra l’altro con le convenzioni internazionali vigenti, a tutela dei "Patrimoni dell’umanità".

Una sentenza del TAR Liguria vieta la costruzione del nuovo residence sull’area su cui era stato edificato abusivamente il villaggio turistico Europa, in quanto la precedente irregolarità non era mai stata sanata. La pratica è attualmente in discussione al Consiglio di Stato e verrà discussa il prossimo 13 gennaio.



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