I temibili calamari di Humboldt

23:59

California, San Diego.
A turbare il bagno dei villeggianti sono i calamari di Humboldt, che in effetti sono abbastnaza inquietanti visto che arrivano a pesare una cinquantina di kg ed avere una lunghezza anche di due metri; veri e propri giganteschi calamari con un caretterino niente male!


Ecquo, l'articolo
E’ allarme per i ‘baywatch’ della California: nei giorni scorsi migliaia di calamari giganti si sono riversati nelle acque di San Diego, diffondendo il panico tra i bagnanti e aggiungendo un altro problema allo stato di Schwarzenegger.
Si tratta dei calamari di Humboldt, una specie particolarmente aggressiva anche contro gli esseri umani, nota per le dimensioni enormi: un esemplare puo’ essere lungo fino a due metri e pesare piu’ di cinquanta chili.
Il loro aspetto e’ particolarmente minaccioso: hanno becchi durissimi affilati come lame di rasoio e tentacoli dentati lunghi e robusti.
Originari delle profondita’ del Messico, negli ultimi anni questi animali si stanno spostando piu’ a nord e gia’ altre volte hanno riempito le spiagge californiane. Alcuni si sarebbero spinti fino in Alaska; un fenomeno allarmante, secondo gli esperti.
Ormai sembra che nelle acque della California viva una popolazione stabile di calamari di Humboldt. I picchi di invasione, come quello di questi giorni, sarebbero dovuti alle migrazioni di gruppi di pesci, sempre piu’ spesso in viaggio verso nord.
Per i pescatori, questi animali rappresentano un’arma a doppio taglio: da un lato pescare un calamaro di Humboldt vuol dire portare a casa un gran bel bottino; dall’altra la sua presenza potrebbe influenzare notevolmente l’ecosistema marino della California, con gravi conseguenze per la pesca


moebiusonline.eu
Il becco del calamaro, in particolare del calamaro gigante di Humboldt, pone altri grattacapi. Intanto chiariamo di chi si sta parlando: non è il calamaretto con cui condiamo gli spaghetti per intenderci: il calamaro gigante di Humboldt può arrivare a una lunghezza di due metri e a un peso di 50 chili. Il suo becco, dicevamo, è fatto del materiale più duro per ora identificato sulla Terra. Il problema è che questa arma micidiale è direttamente connessa con i tessuti molli che costituiscono la bocca dell'animale. Provate voi a tagliare una bistecca tenendo tra le labbra l'estremità di una lama: come minimo fareste altrettanti danni alla vostra bocca che alla bistecca, e passerebbe la fame. Il calamaro invece ne esce sazio e incolume; gli scienziati hanno scoperto perché: in realtà la composizione chimica del becco varia dalla sua punta alla base. In particolare avvicinandosi ai tessuti molli aumenta la quantità di acqua intrappolata nella matrice di proteine che costituisce la sostanza del becco, e questo rende lo strumento più morbido proprio là dove deve. Naturalmente i bioingegneri sono all'opera per imitare il meccanismo, alla ricerca di strategie innovative per realizzare congiunzioni tra materiali duri e materiali molli. L'acqua sembra essenziale anche nel processo di filatura della seta dei ragni: la sua concentrazione impedisce la cristallizzazione prematura delle proteine che costituiscono la seta, cosa che porterebbe a un disastroso blocco del sistema di filatura. I ricercatori che sono al lavoro per riprodurre il fantastico filo, ad esempio per utilizzarlo in sala operatoria come sutura d'avanguardia, hanno fatto tesoro dell'informazione.



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