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Un santuario-ospedale dove i piccoli di orango indossano pannoloni, dormono in culle e vengono coccolati da infermiere il cui viso è coperto da mascherine sta scatenando le proteste degli ambientalisti malesi.I turisti possono fotografare questi animali da dietro una vetrata mentre questi seguono il loro percorso di riabilitazione veterinaria.

Fra questi Tuah, orango di soli due mesi protagonista di questa fotogallery, separato dalla madre perchè con le sue mani rimaneva impigliato nei capelli della stessa non riuscendo così a essere allattato.

Gli ambientalisti contestano questa sorta di "umanizzazione" degli oraghi: «E' ridicolo tenere degli oranghi con pannoloni e culle. Come possono pensare di reintrodurre questi animali allo stato selvaggio dopo questo trattamento?», sostiene Roy Sirimanne, veterinario ambientalista.

Sirimanne, che ha lavorato in alcuni zoo del sud-est asiatico per quarant'anni, sostiene che gli oranghi hanno bisogno di crescere con le loro madri per imparare lo spirito e le tecniche si sopravvivenza.

E aggiunge: «Tenere gli oranghi in cattività su un'isola, dove il centro è situato, non è un programma di conservazione della specie».

Da parte sua i manager dell'isola, che è parte di una serie di hotel, sostengono che il loro obiettivo è quello di reintrodurre gli animali nella giungla, anche se, in effetti, sino ad ora non è mai avvenuto.