Ascoltando la radiazione cosmica ...poetica tecnologia

22:19


Adesso le stelle non ci limitiamo ad osservarle, ma le ascoltiamo, con sofisticata tecnologia possiamo catturare le frequenze che emettono ed....ascoltarle, sembra poesia ma è tecnologia appunto...una poetica tecnologia
l'articolo di espresso.it
Le stelle? Oggi non si guardano più: si ascoltano. Dimenticate i telescopi ottici, come quello che Galileo puntò 400 anni fa verso il cielo, mettendo in crisi le teorie sull'universo di allora. Oggi verso il cielo non si puntano più solo gli occhi, ma tecnologicissime 'orecchie' messe nei posti più impensabili del pianeta: su un aereo, sotto una montagna, sotto i ghiacci dell'Antartide, in orbita e persino sott'acqua.

Infatti la ricerca si è spostata ben oltre le (poche) radiazioni visibili per l'occhio umano: la luce non si guarda più, ma 'si ascolta' su frequenze altissime o bassissime fuori dal nostro campo visivo. Ascoltando la radiazione cosmica di fondo, i raggi gamma delle reazioni nucleari innescate dai collassi gravitazionali delle galassie oppure i coni di luce prodotti dai muoni (le particelle in cui si trasformano i neutrini cosmici ad altissima energia quando attraversano l'acqua), i telescopi di ultima generazione esplorano un universo invisibile ma ricchissimo di informazioni. Perché queste particelle di luce raccontano per la prima volta nel dettaglio la storia del Big Bang, delle supernove, dei buchi neri e di molti altri corpi astrali di cui si sa poco o pochissimo.

è dei confini della ricerca mondiale che stiamo parlando. Una ricerca nella quale l'Italia, pur fra mille stenti economici, mantiene un discreto primato da mezzo secolo, che risale addirittura a Enrico Fermi. E proprio 'Fermi', in onore del fisico che per primo ebbe fondamentali intuizioni sul comportamento di alcune particelle elementari (tra cui il neutrino), è stato recentemente ribattezzato il più grande telescopio orbitante mai costruito: Glast.

Realizzato in collaborazione con l'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), l'Agenzia spaziale italiana e l'Istituto nazionale di astrofisica, il Fermi monta a bordo tecnologia italiana e orbita intorno alla Terra. Da lì ha un punto di osservazione privilegiato, e studia più o meno gli stessi fenomeni del telescopio a raggi gamma Magic (cooperazione tra Italia Spagna e Germania) che è invece la più grande superficie ottica del pianeta (240 metri quadrati) e scruta i cieli da La Palma, nelle Canarie, dove ad aprile vedrà la luce anche il nuovo e ancora più efficiente Magic 2.


"L'astronomia a raggi gamma è nata per esplorare i processi fondamentali dell'universo, che sono raccontati da particolari bande di luce invisibili ai nostri occhi", spiega Alessandro De Angelis dell'Infn, responsabile del progetto Magic: "I raggi gamma hanno consentito per esempio in anni recenti di fotografare i buchi neri, di misurare la trasparenza dell'universo o di osservare fenomeni come quelli in atto nella Nebulosa del Granchio, che in pratica è un vortice, come un lavandino di materia che sta cadendo verso un assorbitore centrale. Un collasso gravitazionale potentissimo. Facciamo scoperte continue, e talmente numerose che non riusciamo a stargli dietro con le pubblicazioni".

Al lato opposto dei telescopi a raggi gamma, sempre interessati a frequenze luminose invisibili all'occhio umano, ma con una banda di energia infinitamente più bassa, altri telescopi lavorano invece sulle microonde. Il prossimo 16 aprile l'Agenzia spaziale europea manderà nello spazio Planck, nato dalla collaborazione di 14 paesi: attraverso le microonde, cercherà di raccontare il 'ricordo' del Big Bang. Il satellite si posizionerà al di fuori dell'orbita lunare, in modo da non ricevere la luce del Sole né quella riflessa di Luna e Terra. "Planck mapperà la radiazione di fondo di tutto l'universo e consentirà di fargli una foto com'era 14 miliardi di anni fa", racconta Fabio Pasian, che a Trieste si occuperà di elaborare le enormi quantità di dati raccolti da Planck: "Ci dirà se la geometria dell'universo è piatta come quella che conosciamo o se è curva, e come si è formato il tutto".

Un altro fiore all'occhiello della ricerca italiana dovrebbe essere costruito dall'Infn in fondo al mare. Il progetto (battezzato Nemo, acronimo di Neutrino Mediterranean Observatory), prevede il posizionamento di un enorme rilevatore di neutrini (un chilometro cubo) al largo delle coste di Siracusa (80 km) e a tre chilometri e mezzo di profondità. "Nemo sarà il telescopio sottomarino più potente del mondo, capace di rivelare i neutrini astrofisici di altissime energie prodotti in particolari luoghi dell'universo", spiega Emilio Migneco, coordinatore europeo del progetto: "Fornirà informazioni uniche sulle sorgenti di radiazioni più potenti della nostra Galassia, su grandi buchi neri, lampi di raggi gamma e nuclei galattici attivi, quei mostruosi oggetti dell'universo che ingoiano milioni di stelle grandi come il Sole ogni secondo".

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