Curare la mente con i falchi
17:10Pet therapy. Curare la mente con i falchi: l'esperimento a Novara
Terapie con i rapaci per gli psicotici, che si avvicinano con meno timore perché sono affascinati dai falchi e dalla loro combinazione fra aggressività e dolcezza. L'esperimento dell'ospedale di Novara nato da un'idea della dottoressa Piera Mainini: ''Così imparano a far convivere nello stesso momento due modi di essere''
ROMA - L"Italia è pioniere di un nuovo tipo di terapia con gli animali, quella con i rapaci. A sperimentarla Piera Mainini, dottoressa del dipartimento di Salute mentale dell'azienda sanitaria locale 13 di Novara. "È una manifestazione che facciamo da quattro anni in ottobre - spiega la dottoressa che dirige il servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Borgomanero nella provincia piemontese - sono giornate dedicate ai pazienti psicotici aperte anche al pubblico". Ma parlare di terapia è prematuro. E a volte sbagliato. Il ministero della Salute, che ha recepito i principi della scienza americana, specifica che possono essere utilizzati solo gli animali domestici. Esclusi quindi gli animali selvatici, inselvatichiti, esotici e i cuccioli. Perché allora una terapia con i rapaci? "In genere le persone hanno paura di accostarsi a questi animali - puntualizza la dottoressa che da alcuni anni ha la passione per la falconeria - gli psicotici si avvicinano con meno timore perché sono affascinati dai falchi e dalla loro combinazione fra aggressività e dolcezza. Lo psicotico vive la sua vita con esclusioni, o è bianco o è nero. Con il rapace scopre la possibilità di far convivere due opposti modi di essere".
Paolo Zucca, professore dell'Università di Teramo, lavora nel laboratorio di Psicobiologia, cognizione e benessere animale della facoltà di Scienze veterinarie. Dopo anni di studi e ricerche sugli animali, a sentir parlare di terapia con i rapaci proprio non ci sta. ''Oggi c'è un uso eccessivo del concetto di Pet Therapy perché va di moda. Il più delle volte si tratta di progetti di educazione ambientale. Fare zoo terapia significa altro: ci deve essere un team interdisciplinare (fisiatra, veterinario, addestratore, psicologo, medico) e deve essere valutato contemporaneamente il benessere del paziente e dell'animale". "Come a qualsiasi progetto scientifico - continua - deve essere applicato un modello sperimentale con una valutazione oggettiva prima e dopo la terapia, valutando non solo il benessere dei pazienti ma anche quello degli animali". Quindi guarire con i falchi è proprio impossibile? "I mammiferi in natura hanno bisogno del contatto - spiega il ricercatore che ha anni di esperienza e decine di pubblicazioni sulla neuroscienza animale - per questo possono essere funzionali alla Pet Therapy. Con queste specie ci sono infatti risultati attesi o prevedibili. Con i rapaci il problema è diverso: sono animali con i quali normalmente non c'è contatto, non è un mammifero appartiene ad un'altra classe di animali".
Il progetto piemontese, alla sua quarta edizione, non ha pretese di scientificità, ma sembra funzionare. "Facciamo questo tipo di terapia una volta l'anno fuori dalle strutture ospedaliere - racconta la dottoressa Mainini - durante queste giornate un maestro falconiere fa volare il falco con evoluzioni fra la gente, gli fa catturare prede finte. E poi, in mano al paziente, il rapace è come se desse baci con piccole e innocue beccate. A questa manifestazione partecipano anche bambini e famiglie, che entrano in contatto con i malati: quindi, oltre all'interazione con il rapace, il paziente è stimolato anche dal contatto con gli altri che spesso lo escludono".
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