Squali a rischio estinzione a causa della zuppa di pinne
18:03SYDNEY
La popolarità della zuppa di pinne di pescecane in molti paesi asiatici sta ormai minacciando di estinzione diverse specie di squali. L’avvertimento viene da una ricerca condotta dal gruppo di monitoraggio del commercio di fauna selvatica Traffic, con il sostegno del ministero australiano dell’ambiente, che denuncia la pesca illegale in mari australiani, e la mancanza di controlli governativi sulla pesca in eccesso delle quote prescritte.
Secondo il rapporto, pubblicato in occasione di una riunione tecnica della Fao sul monitoraggio della pesca degli squali tenutasi nei giorni scorsi a Roma, più di un quinto delle specie sono già minacciate di estinzione, mentre l’estensione della pesca illegale e non riportata rende impossibile determinare il numero totale di animali uccisi ogni anno per la carne e per le pinne. Il rapporto, sulla situazione in Australia, nota «l’enorme numero di imbarcazioni illegali che pescano in acque australiane, e le grandi quantità di pinne commerciate».
«Il problema è che le attività illegali sono sempre difficili da stimare, e a meno che i responsabili non vengano arrestati è impossibile sapere cosa accada», afferma il coautore della ricerca, responsabile del programma marino di Traffic, Glenn Sant. «Man mano che le nostre conoscenze sullo stato degli squali migliorano, la situazione si rivela sempre più preoccupante», aggiunge. Essi sono particolarmente vulnerabili alla pesca eccessiva, osserva, perchè producono poca prole e maturano lentamente.
La pratica più crudele, spiega ancora Sant, è quella di catturare gli squali, tagliare via le pinne e gettarli vivi di nuovo in acqua. Gli animali muoiono di fame, o vengono mangiati vivi da altri pesci, o soffocano perchè se non sono in movimento costante le branche non possono ricavare sufficiente ossigeno dall’acqua.
lazampa.it
La popolarità della zuppa di pinne di pescecane in molti paesi asiatici sta ormai minacciando di estinzione diverse specie di squali. L’avvertimento viene da una ricerca condotta dal gruppo di monitoraggio del commercio di fauna selvatica Traffic, con il sostegno del ministero australiano dell’ambiente, che denuncia la pesca illegale in mari australiani, e la mancanza di controlli governativi sulla pesca in eccesso delle quote prescritte.
Secondo il rapporto, pubblicato in occasione di una riunione tecnica della Fao sul monitoraggio della pesca degli squali tenutasi nei giorni scorsi a Roma, più di un quinto delle specie sono già minacciate di estinzione, mentre l’estensione della pesca illegale e non riportata rende impossibile determinare il numero totale di animali uccisi ogni anno per la carne e per le pinne. Il rapporto, sulla situazione in Australia, nota «l’enorme numero di imbarcazioni illegali che pescano in acque australiane, e le grandi quantità di pinne commerciate».
«Il problema è che le attività illegali sono sempre difficili da stimare, e a meno che i responsabili non vengano arrestati è impossibile sapere cosa accada», afferma il coautore della ricerca, responsabile del programma marino di Traffic, Glenn Sant. «Man mano che le nostre conoscenze sullo stato degli squali migliorano, la situazione si rivela sempre più preoccupante», aggiunge. Essi sono particolarmente vulnerabili alla pesca eccessiva, osserva, perchè producono poca prole e maturano lentamente.
La pratica più crudele, spiega ancora Sant, è quella di catturare gli squali, tagliare via le pinne e gettarli vivi di nuovo in acqua. Gli animali muoiono di fame, o vengono mangiati vivi da altri pesci, o soffocano perchè se non sono in movimento costante le branche non possono ricavare sufficiente ossigeno dall’acqua.
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