Scoperta la posizione dell'equatore chimico
08:51Scoperta la posizione dell'equatore chimico che divide l’emisfero settentrionale da quello meridionale incontaminato. Lo studio su Journal of Geophysical Research
Di equatore non ce n’è uno solo. Oltre a quello geografico e a quello climatico, ne esiste anche uno “chimico”, una fascia che segna il confine fra l'atmosfera inquinata dell’emisfero nord e quella molto meno contaminata nel Sud. La sua esatta posizione è stata ora individuata dai ricercatori dell’Università di York (Gran Bretagna), che hanno pubblicato il loro studio su Journal of Geophysical Research.
Se l’equatore “geografico” è la linea immaginaria che separa l’emisfero settentrionale da quello meridionale, quello “climatico” è definito come la cintura di bassa pressione dove si incontrano le masse d’aria provenienti da Sud e da Nord (Zona di convergenza intertropicale). Gli scienziati hanno sempre ritenuto che l’equatore “chimico” coincidesse con quello “climatico”, dove il fronte dei venti e le forti piogge formerebbero una barriera meteorologica allo spostamento degli inquinanti.
Per verificare questa ipotesi sono stati effettuati campionamenti di atmosfera nella fascia equatoriale (nel Nord dell'Australia), allo scopo di rilevare la presenza di monossido di carbonio, principale indicatore di inquinamento. Associando i dati ottenuti con le coordinate geografiche, i ricercatori hanno scoperto che l’equatore chimico è una cintura larga 50 chilometri e che non coincide con la Zona di convergenza intertropicale, ma si trova a nord di questa. All'interno della fascia, la concentrazione di monossido di carbonio salta in modo brusco da 40 parti per miliardo nella porzione meridionale a 160 in quella settentrionale.
“La ragione di questo spostamento a nord dell’equatore chimico”, spiega Jacqueline Hamilton, uno degli autori, “è che nel Pacifico Occidentale la superficie marina raggiunge le temperature più elevate, che danno origine a un sistema di cicloni e tempeste che pompano letteralmente le sostanze inquinanti verso l'emisfero settentrionale”.
La scoperta fornisce gli elementi per realizzare nuovi modelli di simulazione per i movimenti dei contaminanti nell’atmosfera (simili a quelli già esistenti per le correnti marine), e determinare l’effettivo impatto dell’inquinamento sul clima.
altrogiornale.org
Di equatore non ce n’è uno solo. Oltre a quello geografico e a quello climatico, ne esiste anche uno “chimico”, una fascia che segna il confine fra l'atmosfera inquinata dell’emisfero nord e quella molto meno contaminata nel Sud. La sua esatta posizione è stata ora individuata dai ricercatori dell’Università di York (Gran Bretagna), che hanno pubblicato il loro studio su Journal of Geophysical Research.
Se l’equatore “geografico” è la linea immaginaria che separa l’emisfero settentrionale da quello meridionale, quello “climatico” è definito come la cintura di bassa pressione dove si incontrano le masse d’aria provenienti da Sud e da Nord (Zona di convergenza intertropicale). Gli scienziati hanno sempre ritenuto che l’equatore “chimico” coincidesse con quello “climatico”, dove il fronte dei venti e le forti piogge formerebbero una barriera meteorologica allo spostamento degli inquinanti.
Per verificare questa ipotesi sono stati effettuati campionamenti di atmosfera nella fascia equatoriale (nel Nord dell'Australia), allo scopo di rilevare la presenza di monossido di carbonio, principale indicatore di inquinamento. Associando i dati ottenuti con le coordinate geografiche, i ricercatori hanno scoperto che l’equatore chimico è una cintura larga 50 chilometri e che non coincide con la Zona di convergenza intertropicale, ma si trova a nord di questa. All'interno della fascia, la concentrazione di monossido di carbonio salta in modo brusco da 40 parti per miliardo nella porzione meridionale a 160 in quella settentrionale.
“La ragione di questo spostamento a nord dell’equatore chimico”, spiega Jacqueline Hamilton, uno degli autori, “è che nel Pacifico Occidentale la superficie marina raggiunge le temperature più elevate, che danno origine a un sistema di cicloni e tempeste che pompano letteralmente le sostanze inquinanti verso l'emisfero settentrionale”.
La scoperta fornisce gli elementi per realizzare nuovi modelli di simulazione per i movimenti dei contaminanti nell’atmosfera (simili a quelli già esistenti per le correnti marine), e determinare l’effettivo impatto dell’inquinamento sul clima.
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