Quando il capo è donna...

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Le ricerche psicosociali sulle Risorse Umane e sulla loro gestione e organizzazione, si sono orientate negli ultimi anni verso nuove frontiere. Dopo i lavori sul change management adesso gli studi si focalizzano sulle relazioni interpersonali. In particolare una recente ricerca psicosociale sembra indicare che la situazione peggiore sul luogo di lavoro si ha quando sia capo che collaboratore sono donne.

I rapporti sul luogo di lavoro
L'evoluzione del Mondo del Lavoro negli ultimi anni è stata repentina: dal paradigma dell'uomo “Faber” che ha imperato nel diciannovesimo secolo, si è passati all'uomo della Techne per arrivare negli anni ottanta all'uomo dell'informazione. Oggi invece si parla del lavoratore dal punto di vista fondamentale delle relazioni sociali. Per questo motivo l'attenzione viene posta al ruolo centrale delle relazioni interpersonali all'interno dell'azienda.
Le ricerche psicosociali sulle R.U. e sulla loro organizzazione e gestione, si sono orientate negli ultimi anni verso nuove frontiere. Dopo i lavori sul change management, sui cambiamenti organizzativi, sulla Vision e la Mission, gli studi socio-psicologici si sono orientati all'analisi delle relazioni tra colleghi e tra collaboratore e superiore, tenendo conto dell'influenza che può avere il genere. I primi risultati sembrano molto interessanti e hanno aperto tutto un filone di ricerche che deve essere ancora elaborato, analizzato e sistematizzato in modo organico. Sembrerebbe che la differenza di sesso influenzi in modo particolare il rapporto tra collaboratore e superiore, in particolare quando collaboratore e capo sono entrambi donne

La correlazione tra genere e superiore
Chi dice donna…nessun proclama sessista, sia chiaro! Una recente ricerca pubblicata sul Journal of Health and Social Behavior, coordinata da Scott Schieman, professore di Sociologia all’Università di Toronto, e condotta su 1800 lavoratori adulti americani sembra indicare che il sesso della persona che gestisce il lavoro degli altri influenza la salute fisica e mentale dei dipendenti.
Per ognuno dei 1800 partecipanti alla ricerca è stato misurato, attraverso l’uso di opportuni strumenti (questionari, strumenti medici, ecc.) il livello di stress psicologico, i sintomi fisici, il tipo di occupazione e un’ampia varietà di condizioni lavorative come il rapporto con l’autorità, le pressioni ricevute, la qualità delle relazioni interpersonali e il livello di soddisfazione. Lo studio ha analizzato i lavoratori gestiti rispettivamente da due supervisori (un uomo e una donna), da un supervisore dello stesso sesso e da un supervisore di sesso diverso.

I dati della ricerca
Gli uomini che hanno un unico capo avranno lo stesso livello di stress, indipendentemente dal fatto che chi li comanda sia uomo o donna. Invece se un uomo è gestito da due manager, un uomo e una donna, avrà meno disturbi psicologici e fisici rispetto a un collega che è “gestito” da un uomo.
Per le donne il quadro cambia decisamente. Se siete una donna e avete un unico capo di sesso femminile avrete un maggiore livello di stress e una maggiore quantità di disturbi fisici rispetto alle colleghe che lavorano con un capo di sesso maschile.
Se siete una donna e avete una coppia di capi di sesso diverso avrete più disturbi mentali e fisici rispetto a persone del vostro stesso sesso che rispondono a un solo capo di sesso maschile.
In sintesi? Meglio avere un capo uomo, ne guadagnerete in salute! Naturalmente questa è una ricerca e non deve essere presa come una verità di facto. Probabilmente nel confronto tra due donne c’è molta più competitività, accentuata anche dal fatto di appartenere allo stesso genere, rispetto alla competitività che potrebbe nascere tra due uomini. Ma questa ipotesi è sicuramente da studiare e verificare con altre ricerche nel settore.

jobonline.it

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