I GUERRIERI HAWAIANI

18:46

Mevina

Le Isole Hawaii, il più remoto e staccato arcipelago dalla terraferma al mondo, distano più di 3300 km dal continente Americano e sono in continua formazione ed evoluzione per via dei vulcani (anche sottomarini) Un paradiso terrestre dove diversi ecosistemi vivono in contrasto e armonia. In una zona della stessa isola è possibile incontrare un clima secco e soleggiato ed uno con zone pluviali e ricche di vegetazione.

Il mare è il protagonista principale di queste Isole. Proprio dal mare arrivarono i primi abitanti, provenienti dalle isole Polinesiane. Gli indigeni Kanaka Maoli di ceppo Polinesiano originari delle isole Marchesi dalle quali migrarono via mare intorno al 100 a.c. si stabilirono con successo arrivando a popolare in gran numero l’arcipelago. Nana Ula è il nome dell’esploratore navigatore che condusse il suo popolo da Kahiki (Thaiti) alle Hawaii più di mille anni fa. Durante questo lungo e avventuroso viaggio ( più di 4000 km ) il poeta e astronomo Kama Ula Lele recitò e cantò le gesta degli antichi antenati, era anche una sorta di sciamano, una volta arrivati alle Hawaii, Nana Ula fu acclamato come primo Re dell’arcipelago, da qui discesero i futuri Re delle Hawaii. L’equilibrio dell’arcipelago a distanza di secoli si ruppe e sorse il primo problema per la popolazione indigena. Il capitano James Cook per quello che si conosce è stato il primo europeo a raggiungere le isole, con conseguenze devastanti per gli indigeni. Fu minata la salute e la cultura dei locali. Le malattie infettive, come il colera, la lebbra, il vaiolo, la sifilide e la tubercolosi, si svilupparono velocemente arrivando a ridurre gli indigeni nel giro di un secolo da 1.000.000 a 40.00 abitanti quali erano nel 1700 a.c. Per fortuna le tradizioni continuarono nel tempo e come allora anche oggi il simbolo del guerriero è presente nella vita degli isolani dove molto si identifica nel tatuaggio e il linguaggio del volto con “smorfie“ “boccacce”, accompagnate da grida e filastrocche, s’incarnano perfettamente ai guerrieri immortali.
Tatuaggiotatuaggio

Le tante divinità adorate, come il mare e la terra, dove gli squali ricoprivano un ruolo fondamentale e da dove il re e i guerrieri traevano la forza ogni qualvolta, si dovevano confrontare con le forze della natura, vedevano gli invasori indigeni provenienti dalle altre isole scontrarsi con i locali in primo luogo con gesta e smorfie, un rituale antico che poteva durare ore e ore. Si fronteggiavano sulla spiaggia, e prima di scontrarsi fisicamente mettevano in atto una danza tribale, se nessun popolo riusciva a prevalere sull’altro, si istituiva una sorta di gemellaggio e gli invasori abbandonavano l’isola non prima di aver consumato un sontuoso banchetto, a volte allargando la popolazione delle isole perché gli invasori erano accolti e rimanevano, integrandosi con gli altri guerrieri. Nel folklore l’utilizzo d’armi e utensili prodotti e ricavati dal legno di Koa è fortemente presente. L’albero di Koa oggi è protetto (si può utilizzare il legno solo da alberi morti), ed era fondamentale per la costruzione di diversi oggetti, dal Lei-o- Mano (pala) alle tavole da surf che gli antichi pescatori usavano per raggiungere più velocemente la riva dopo le battute di pesca, questa pratica risale a più di 3000 anni fa, alle lance e coltelli. La cosa stupefacente e che questi attrezzi erano ricavati senza l’ausilio della tecnologia, soltanto un Adze (ascia) di pietra era impiegata per scheggiare e sagomare il legno, e per forare nessun trapano elettrico, solo un Wili, una versione antica del trapano, ma che impiegava minuti od ore a seconda se si doveva forare il legno o la pietra. S’inserivano poi, nel caso degli utensili o delle armi i denti di squalo, legati da corde ricavate dalle fibre delle foglie di banano o di palma. La pietra ruvida Ohai, serviva per levigare o piallare la superficie del legno, anche pezzi di corallo morto erano impiegati per levigare il legno, si finiva poi il tutto con olio e cenere per rendere resistenti ed impermeabili gli utensili. L’olio si utilizzava facendo macerare i germogli di banano in un succo ricavato da una pianta grassa. Uno strato d’olio estratto dalle noci di Kukui dava infine una perfetta impermeabilità al legno. Il dente di squalo era utilizzato per la costruzione di un’arma o di un talismano. Solitamente si utilizzava il dente dello squalo Tigre femmina, perché cavo al suo interno, in questa cavità era posto del cianuro utile a terminare velocemente la preda o l’avversario tramite la ferita prodotta dal dente in fase offensiva o di difesa o caccia. Lo squalo, si pescava solo per il sostentamento, lo stesso si dovrebbe fare ora e non per sfruttare commercialmente la specie. Alcuni artigiani usano denti diversi da quelli dello Squalo Tigre, e impiegano denti di specie a minor rischio di estinzione.



Il ritmo lento delle Isole dove tutto è in armonia con il corpo e con la mente, la ciclicità delle cose segue l’armonioso movimento delle onde dell’Oceano con la danza Hula accompagnata dalle musiche tradizionali, alle gesta delle arti marziali locali Lua, all’antica arte del massaggio Lomi Lomi dove i maestri Kahuna esperti di questa tecnica, tramandano da generazione in generazione la forza dello spirito tradotto nella gestualità del massaggio. Questo ci fa capire che queste popolazioni non sono in conflitto spirituale e che tutto è legato alla natura e in funzione del rispetto per la madre Terra e il padre Oceano ed il prossimo.

interamente tratto da biologiamarina.eu

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