Lo stalking

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Lo stalking è un termine che comprende una vastissima gamma di molestie di cui una donna può essere vittima. Vediamo come può accadere e soprattutto come difendersi dai molestatori.

Lo stalking è un fenomeno non solo psicologico ma anche sociale che purtroppo è in aumento. Questo fenomeno è anche conosciuto come “sindrome del molestatore assillante” o di “inseguimento ossessivo”. Il termine stalking è derivato dal linguaggio venatorio “fare la posta” e richiama alla mente una serie di atteggiamenti intrusivi e reiterati di sorveglianza, controllo, ricerca di contatto e comunicazione, nei confronti di una persona che diventa vittima poiché ne risulta infastidita e/o preoccupata per tali attenzioni e comportamenti non graditi.

I molestatore sono classificati in diverse tipologie sulla base delle motivazioni che spingono una persona a mettere in atto i comportamenti molesti, e dal tipo di relazione esistente con la vittima. Le tipologie individuate e studiate sono:
-il rifiutato, in genere l'ex partner
-il rancoroso, spesso un cliente insoddisfatto di un qualche fornitore di servizi
-il corteggiatore inadeguato, che mostra incompetenza rispetto alle regole sociali del corteggiamento
-il predatore, il più pericoloso perché sono presenti rischi di natura sessuale e/o omicidiaria per la vittima.

Le persone vittime di stalking, invece, più frequentemente sono donne che appartengono alle professioni cosiddette di aiuto (psicologi, medici, insegnanti, avvocati, assistenti sociali etc) Dai dati istat emerge che il 50% dei casi di violenza fisica o sessuale contro le donne sono stati preceduti da stalking. Il fenomeno è molto diffuso e numerose sono le donne che ne rimangono vittime e che, almeno inizialmente, cercano di risolvere il problema da sole pensando di avere a che fare con persone che rispettano le loro scelte. Nella maggior parte dei casi infatti i persecutori sono uomini che si pensa di conoscere bene in quanto ex partner, amici o colleghi di lavoro. In molti casi inoltre le vittime non denunciano questi comportamenti per paura che la situazione diventi ancora più insostenibile.

Ma in realtà l’unico modo per cercare di venirne fuori è trovare il coraggio di denunciare senza vergogna e senza imbarazzo. Nel nostro codice penale non esiste ancora un’ipotesi di reato specifica per questo fenomeno (come è invece per Usa, Canada, Australia e altri paesi europei), ma in base agli elementi descritti dalla vittima si può ascrivere la condotta a singoli reati: minacce, ingiurie, molestie, lesioni o violenza privata. È però al vaglio del Parlamento una proposta di legge che prevede una nuova fattispecie di reato art.612-bis “Atti persecutori”. Dal momento che non tutte le situazioni di stalking sono uguali, non è possibile generalizzare delle strategie comportamentali di difesa piuttosto devono essere adattate alle circostanze e alle diverse tipologie di persecutori.


Esistono tuttavia alcune regole utili.

  • Innanzitutto, inutile negare il problema. Spesso, dal momento che nessuno vuole considerarsi una “vittima”, si tende a evitare di riconoscersi in pericolo, finendo per sottovalutare il rischio e aiutando così lo stalker. Il primo passo è allora riconoscere il problema e adottare delle precauzioni maggiori rispetto a quelle adottate dalle persone che non hanno questo problema. Occorre informarsi sull’argomento e comprendere i rischi reali, seguendo dei comportamenti volti a scoraggiare, quando è possibile, gli atti di molestia assillante.
  • Se la molestia consiste nella richiesta di iniziare o ristabilire una relazione indesiderata, è necessario essere fermi nel “dire di no” una sola volta e in modo chiaro. Altri sforzi di convincere il proprio persecutore insistente, comprese improvvisate interpretazioni psicologiche che lo/la additano come bisognoso di aiuto e di cure, saranno lette come reazioni ai suoi comportamenti e quindi rappresenteranno dei rinforzi, in quanto attenzioni. Anche la restituzione di un regalo non gradito, una telefonata di rabbia o una risposta negativa ad una lettera sono segnali di attenzione che rinforzano lo stalking.
  • Comportamenti molto efficaci per difendersi dal rischio di aggressioni sono quelli prudenti in cui si esce senza seguire abitudini routinarie e prevedibili, in orari maggiormente affollati e in luoghi non isolati.
  • Se le molestie sono telefoniche, non cambiare numero. Anche in questo caso, le frustrazioni aumenterebbero la motivazione allo stalking. È meglio cercare di ottenere una seconda linea, lasciando che la vecchia linea diventi quella su cui il molestatore può continuare a telefonare, magari azzerate la suoneria e rispondete gradualmente sempre meno.
  • Per produrre prove della molestia alla polizia, non lasciarsi prendere dalla rabbia o dalla paura e raccogliere più dati possibili sui fastidi subiti.
  • È utile mantenere sempre a portata di mano un cellulare in più per chiamare in caso di emergenza. Se si pensa di essere in pericolo o seguiti, non andare mai di corsa a casa o da un amico, ma recarsi dalle forze dell’ordine.

Le conseguenze dello Stalking
Purtroppo i comportamenti di stalking possono essere protratti a lungo con conseguenze psicologiche negative principalmente per la vittima, ma anche per chi lo agisce e, talvolta, per chi lo osserva. La vittima, per quanto possa essere breve il periodo in cui viene perseguitata, rischia di conservare a lungo delle vere e proprie ferite. Le conseguenze dello stalking infatti, per chi lo subisce, sono spesso diverse e si trascinano per molto tempo cronicizzandosi. In base al tipo di atti subiti e alle emozioni sperimentate possono determinarsi stati d’ansia e problemi di insonnia o incubi, ma anche flashback e veri e propri quadri di Disturbo Post Traumatico da Stress.

Lo stalker che agisce ossessivamente tende a seguire i propri bisogni e a negare la realtà, danneggiando progressivamente la propria salute mentale e la qualità della propria vita sociale che si deteriorano sempre di più, man mano che la persecuzione si protrae nel tempo. Il pubblico degli episodi di stalking può essere il ristretto pubblico familiare che, identificandosi empaticamente alla vittima, può sviluppare preoccupazioni per la persona cara o forme vicarie di paura ed ansia. Ma il pubblico in senso ampio, grazie all’importante ruolo dei mass media, è la società, in cui l’esempio della violazione della privacy tollerata può rappresentare un modello comportamentale che alimenta le possibilità di nuovi fenomeni.

girlpower.it

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