Il mais blu

07:27


Una dieta ricca di antociani, antiossidanti contenuti in alcuni tipi di frutta e verdura, ma soprattutto nel mais blu, aiuta il nostro cuore a restare giovane più a lungo.

È quanto emerge dai risultati di una ricerca condotta dal dipartimento di Scienze Biomolecolari e Biotecnologiche del nostro Ateneo in collaborazione con l’Università di Grenoble e con altri centri di ricerca che partecipano al progetto FLORA, finanziato dall’Unione europea per approfondire i benefici di questi antiossidanti nella cura di malattie cardiovascolari e oncologiche.

Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Nutrition è stato condotto dai nostri ricercatori Katia Petroni e Roberto Pilu, coordinati dalla professoressa Chiara Tonelli, che per la prima volta hanno esaminato gli effetti di questi antiossidanti in vivo, cioè sui ratti.

I due studiosi hanno alimentato per due mesi un primo gruppo di ratti con mais blu, ricco di antociani e un secondo gruppo con mais giallo, con totale assenza di antociani.

Come sottolineato dalla professoressa Tonelli, in un articolo (versione in pdf) articolo del Corriere del 20 marzo – “Noi siamo abituati a vedere il mais giallo, ma il mais originariamente era rosso o blu, essendo stato anticamente selezionato dagli Inca per essere coltivato ad alta quota e in climi freddi e come fonte di coloranti naturali”.

Ottenuto il mais blu, la ricerca si è spostata all’Università di Grenoble, dove la professoressa Marie-Claire Toufektsian ha studiato l’insorgenza e l’evoluzione di un infarto cardiaco indotto sperimentalmente in entrambi i gruppi di ratti: il cuore dei ratti alimentati con mais blu è risultato più resistente a un attacco di ischemia coronarica rispetto all’altro gruppo.

Gli effetti benefici degli antociani sono però proporzionati alla quantità assunta con il cibo: la dieta mediterranea quindi, ricca di antiossidanti e fibre, resta la scelta migliore per il benessere del cuore e la prevenzione contro le malattie cardiache.

Nonostante i risultati incoraggianti, il prossimo passo è la sperimentazione sull’uomo, che il laboratorio di ricerca della Cattolica di Campobasso, uno dei partecipanti al progetto FLORA, conduce già su un gruppo di volontari, alimentati con una dieta ricca di antociani presenti nel succo di arance rosse.

unimi.it

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