Pulcinella di mare

16:29

il segreto di pulcinella




Una simpatia non casuale

Pubblicato in "L'immagine raccontata", Oasis 160, mag/giu 05

Pochi animali come il pulcinella di mare suscitano altrettanta simpatia, nonostante non sia un uccello tipico delle nostre latitudini e degli ambienti a noi familiari. Il fenomeno è testimoniato dai gridolini e dai commenti che si sollevano dal pubblico ogni volta che l'immagine di questo uccello compare sullo schermo, durante una serata di proiezione. Siamo tutti d'accordo: con quel becco tozzo e colorato, quella faccia da Pierrot buffo e triste a un tempo, con quella sagoma rotondetta, sembra disegnato apposta per intrigare anche l'osservatore più refrattario. Sembra scontato che un simile aspetto sia destinato a suscitare benevolenza, ma quali sono le cause di questa reazione?

Si tratta di ragioni profonde, che valgono per qualsiasi animale che presenti le stesse caratteristiche: i pinguini, i piccoli passeriformi, solo per citare qualche esempio, e soprattutto i cuccioli di ogni specie. Konrad Lorenz, il padre della moderna etologia, ha descritto molto chiaramente questo fenomeno: esistono caratteri fisici che producono nell'uomo una naturale buona disposizione d'animo. Questi caratteri sono tipici della prole umana, atti a stimolare il senso di tenerezza verso i nostri cuccioli, i bambini, e nel nostro genoma sono fissati comportamenti istintivi di risposta ad essi, esattamente come la colorazione rossa del becco dei pulcini stimola l'imbeccata da parte dell'uccello adulto, tanto per rimanere nel mondo alato. Occhi grandi in proporzione al capo, testa sferica e grande rispetto al corpo, forme generalmente tondeggianti, arti corti e pelle glabra: tutto ciò definisce la forma di un bimbo, e lo rende istintivamente attraente, carino, buffo o simpatico, vulnerabile e bisognoso di cure, agli occhi di un adulto, anche di un'altra specie.

Il linguaggio delle forme è infatti universale, così come sono universali i comportamenti che suscita. Nei mammiferi l'aspetto infantile inibisce il comportamento violento e stimola il senso di protezione, come dimostrato, ad esempio, dalle adozioni tra animali di specie diversa, o meglio ancora dai comportamenti inibitori che vengono usati per smorzare l'aggressività, mutuati dei cuccioli, e, nella specie umana, da quelli dei bambini (basta osservare due innamorati per rendersene conto). Gli animali da compagnia sono selezionati in genere secondo queste caratteristiche, e si esaltano con la selezione artificiale i caratteri più adeguati a suscitare simpatia (un esempio per tutti: il gatto persiano, il cui muso schiacciato e la testa sproporzionata sono tipici dei neonati). Si verifica anche il fenomeno opposto, per cui animali dalle fattezze diverse vengono considerati brutti o repellenti, e per ciò incontrano l'antipatia del pubblico; si crea in sostanza una suddivisione empatica tra animali di serie A e serie B, ma di questo parleremo più diffusamente su queste stesse pagine, in un prossimo futuro.

Il pulcinella di mare non smentisce la sua fama di uccello amabile anche quando si tratta di fotografarlo. È infatti un uccello dal carattere mite e confidente, che vive in colonie poste alla sommità delle falesie nordiche. A dispetto di un portamento goffo a terra, è un ottimo volatore ed è straordinariamente adattato al nuoto, come tutte le Alche, il genere di uccelli cui appartiene, e che rappresenta una sorta di anello di congiunzione tra i pinguini, che hanno perso la capacità di volare, e gli altri uccelli. Avvicinarlo non è difficile, se ci si muove con circospezione e delicatezza, evitando scarti bruschi; allora ci si può sedere a un paio di metri da lui (o più facilmente "da loro", visto che è un tipico animale gregario), e assistere da vicino all'indaffarato andirivieni della colonia, sentendosi quasi parte di essa.

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