Marimuthu, e la fabbrica dei mattoni Sono 40 milioni i baby operai in India

07:26


Come ti chiami? «Marimuthu, figlio di Muriyandi». Da dove arrivi?«Il mio villaggio si chiama Sethur, nel distretto di Vindhuragov» (sconosciuto anche su Google, ndr). Quanti anni hai? «Ne ho compiuti 11». Perché sei qui? «Mio papà lavora alla fabbrica di mattoni, e noi lo aiutiamo».

Noi sta per mamma e i tre fratellini preciserà poi il piccolo Marimuthu in tamil stretto e occhi nero-calamita al volontario della ong indiana Jeeva Jyothi. Con il partner italiano Cesvi è in prima linea per allargare la cerchia degli inclusi nel miracolo economico del Subcontinente. Perché l’India - Paese del boom informatico - che sforna oltre 200mila ingegneri all’anno (più del doppio di Stati Uniti ed Europa) conta anche 380 milioni di analfabeti e il più alto numero di minori occupati: un terzo di tutti i bambini costretti a lavorare si trova proprio in India. Il governo parla di 17 milioni, altre stime arrivano a 40 milioni, ma i bambini che non vanno a scuola sono 100 milioni in India. Nella nuova superpotenza mondiale le leggi che vietano di assumere giovani sotto i 14 anni ci sono (come ci sono quelle contro le discriminazioni di casta) ma la realtà è un’altra: pochi controlli e i genitori poveri sono i primi a spingere i loro figli a lavorare.

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