Lupi e camosci tornano a popolare l’Appennino

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Buone notizie per il Lupo Appenninico che sulla Majella ha da sempre il suo habitat ideale. I dati ottenuti dalle attività di monitoraggio del lupo appenninico eseguite in maniera intensiva per l’anno in corso dall’Ente parco nazionale della Majella confermano il trend positivo per la specie già riscontrato negli ultimi anni sul territorio dell’area protetta, anche grazie al Progetto Life COEX dell’Unione Europea. I rilievi indicano la presenza di una popolazione di lupi stabile di almeno 70 esemplari presenti all’interno dell’area protetta, suddivisi in circa 12 branchi. Questi valori testimoniano l’importanza che da sempre l’area ha rivestito per la sopravvivenza della specie in Italia e la validità dei programmi di gestione naturalistica e dei conflitti con le attività zootecniche tradizionali sviluppati negli ultimi dieci anni dall’Ente Parco.
Ed è una storia a lieto fine anche quella della reintroduzione del Camoscio Appenninico nel Parco del Gran Sasso e Monti della Laga. Più di 350 esemplari sono stati stimati nel corso dell’annuale censimento della specie, compiuto dal Servizio Scientifico dell’Ente Parco, con il CTA del Corpo Forestale dello Stato e con l’apporto di numerosi volontari.
Nei trentuno sentieri in quota percorsi contemporaneamente sul massiccio del Gran Sasso, sono stati avvistati 12 branchi, alcuni composti anche da trenta esemplari. Oltre quelli storici di Monte Camicia e Pizzo Cefalone, dove negli anni 1991-94 furono reintrodotti i primi 26 esemplari provenienti dal Parco Nazionale d’Abruzzo, sono i nuclei di recente formazione del Monte Corvo e del Paretone della Vetta Orientale del Corno Grande a fornire dati particolarmente significativi sulla buona salute della popolazione e sul suo positivo trend di accrescimento, calcolato dagli zoologi in circa il 23% annuo.
Quest’anno è stato poi anche effettuato il conteggio degli stormi di Fringuello Alpino, raro e localizzato passeriforme legato agli ambienti freddi che vive prevalentemente oltre i 2000 metri di quota. Specie a rischio di estinzione a causa dei mutamenti climatici, a Campo Imperatore è oggetto di specifiche ricerche eco-etologiche nella locale Stazione d’inanellamento. La stima della popolazione di Fringuello Alpino sul massiccio del Gran Sasso è di circa 700/800 esemplari e fa di quello del Gran Sasso il nucleo riproduttivo più importante dell’intero Appennino.

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