Bracconaggio: operazione pettirosso
20:096 ottobre 2008 - Un uomo di 33 anni, originario del bresciano, è stato denunciato a piede libero alla Procura di Brescia giovedì scorso per i reati di uccellagione, cattura, detenzione e abbattimento di avifauna protetta, caccia con mezzi non consentiti, detenzione e coltivazione di sostanze stupefacenti. È avvenuto nell’ambito dell’Operazione Pettirosso, condotta ogni anno nel Bresciano da fine settembre a inizio novembre, a stagione venatoria aperta e in occasione del passo più cospicuo di uccelli migratori. Ad intervenire è stato il personale del 1° Reparto del Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA) dell’Ispettorato Generale del Corpo forestale dello Stato, con la collaborazione degli agenti del Comando Stazione di Bovegno (Brescia). Il bracconiere è stato colto in flagrante mentre recuperava alcuni esemplari di avifauna protetta rimasti intrappolati senza vita tra le maglie di una rete, posizionata in un’area boscata dell’Alta Val Trompia, nelle adiacenze del Comune di Lodrino (Brescia). Si trattava di pettirossi e una ventina di esemplari sono stati trovati direttamente in possesso della persona fermata, mentre sul posto sono state rinvenute e poste sotto sequestro altre reti e trappole. Successivamente gli agenti hanno effettuato perquisizioni presso l’abitazione dell’indagato dove hanno trovato diversi uccelli vivi, anch’essi tutti appartenenti a specie protette: uno sparviero, due ghiandaie, una cincia mora, altri pettirossi e un merlo. Si ipotizza che alcuni volatili venissero utilizzati come richiami vivi durante l’attività venatoria illegale. Sempre nell’appartamento sono stati trovati anche 260 archetti, 26 reti da uccellagione e 89 esemplari morti di avifauna protetta tra cui cince, tordi, fringuelli e ancora una volta pettirossi. La vicenda ha riservato anche altre sorprese. Infatti, durante le perquisizioni sono state trovate 14 piante di Cannabis indica e circa mezzo chilo di foglie già in stato avanzato di essiccamento. Tra i capi d’accusa quindi figura anche la detenzione e coltivazione di sostanze stupefacenti. Il materiale è stato posto sotto sequestro, così come è avvenuto per gli strumenti di caccia e gli esemplari vivi e morti di avifauna. In seguito i volatili trovati in vita sono stati liberati nel bosco immediatamente attiguo al Comando Stazione di Bovegno del Corpo forestale dello Stato. Si attendono gli sviluppi dell’indagine e le decisioni giudiziarie sul caso.
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