Il processo alla carta

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Che la terra sia in pericolo è ormai chiaro a tutti. E tutti siamo convinti che la salvaguardia del nostro pianeta passa per un cambiamento radicale dei nostri modelli consumistici. Ce lo ha ‘chiesto’ Al Gore con il suo documentario “Una scomoda verità” (vincitore dei un premio Oscar nel 2007) e non c’è giorno che passa senza che gli esperti di cambiamento climatico ce lo ripetono fino alla nausea. Se è vero quindi che gli allarmi quotidiani sul degrado ambientale hanno finito per provocare (almeno in Occidente) una presa di coscienza collettiva dei rischi che stiamo correndo, appare altrettanto legittimo ricentrare il problema sul piano individuale.

Educare allo sviluppo sostenibile per riflettere su quanto le nostre scelte quotidiane abbiano ripercussioni sull’ambiente è l’obiettivo fissato dall’ong italiana Cesvi e Slow Food Lombardia attraverso un’iniziativa alquanto singolare: mettere la carta sul banco degli imputati. Sulla falsa riga del film denuncia Bamako che vide il Fondo monetario internazionale processato in un piccolo villaggio del Mali, la carta sarà sottoposto alle arringhe di abili difensori e accusatori impietosi in un processo fissato il 13 ottobre (ore 17) presso l’Aula di Corte d’Assise del Tribunale Penale di Bergamo. L’imputato è accusato di distruzione selvaggia delle foreste e danni irreparabili all’equilibrio ambientale. Tanto per rassicurarci, la FAO sostiene che le 300 milioni di tonnellate di carta consumate ogni anno diventeranno 390 milioni nel 2010, un aumento del 31% in gran parte dovuto al consumo esplosivo che si sta verificando in Asia. Per capire se la carta è davvero un nemico dell’ambiente oppure una preziosa risorsa riciclabile, il pubblico sarà chiamato ad assistere agli interrogatori e contro-interrogatori di testimoni e periti che animeranno il processo fino alla sentenza definitiva di colpevolezza o innocenza.

Una cosa è certa: il dibattito processuale prevede un casting di tutto rispetto. A presiedere il Tribunale sarà Carlo Casti, Governatore di Slow Food Italia, mentre il ruolo di cancelliere sarà affidato al comico Max Pisu. Nell’aula, l’imputato dovrà fare i conti con Daniela Rubino, socio Slow Food Italia: “Per produrre la carta” assicura il Pm, “si abbattono foreste, si deviano fiumi e si provocano smottamenti. Per ogni chilo di materiale si sperperano da 10 a 15 litri d’acqua. E ogni bosco cancellato si traduce in un aumento di anidride carbonica”. Ma le accuse non convincono l’avvocato difensore, Ettore Tacchini, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Bergamo, che a pochi giorni del processo fa sapere che “un testo non è un testo se non può essere annotato e sottolineato. E poi libri e mappe antiche sono oggetti di piacere. Soddisfano tatto, vista e odorato”.

Scherzi a parte, “il processo” ricorda il presidente del Cesvi, Giangi Milesi, “è uno strumento educativo per valutare l’impatto ecologico e sociale dell’utilizzo di un prodotto molto discusso come la carta”. Da anni l’ong italiana è impegnata nell’Amazzonia peruviana con un progetto destinato a proteggere l’ecosistema forestale e promuovere lo sviluppo socio-economico delle popolazioni locali.

Panorama.it

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